CAPITOLO V - OPENSOURCE E COPYLEFT NELLE OPERE NON SOFTWARE: 3.3. LA RIVISTA ITALIANA ‘OPEN SOURCE’
In fatto di opere letterarie è il caso di toccare anche
l’ambito giornalistico con un altro esempio tutto italiano di comunicazione libera: la rivista mensile Open
Source edita dalla Systems, apparsa recentemente nelle edicole (il primo numero risale al settembre 2003). In
essa si parla di software libero in senso tecnico, di attualità della cultura hacker, di progetti legati al
movimento Opensource. Sarebbe un normale periodico di informatica, come ce ne sono tanti attorno al
successo di Linux,se non fosse che è distribuito interamente sotto i termini della FDL, il cui testo è riportato
nell’ultima pagina ed è richiamato da un’opportuna nota sul copyright dove si indicano anche le ‘sezioni non
modificabili’; inoltre il CD-ROM ad esso allegato contiene tutti software e applicazioni tutelati da licenze
open source.
Questa scelta pionieristica in ambito giornalistico (e decisamente ammirevole) è motivata
nell’editoriale del primo numero, dove si legge: “Open Source vuole essere una rivista che si occupa non
solo di Linux, ma che esplora un perimetro ben più vasto, quello del software libero e liberamente
accessibile. Proprio in ossequio a questa scelta ‘liberale’, la rivista viene distribuita con licenza GNU Free
Documentation License […].” Ciò, come Stallman ha sempre sostenuto con vigore, non osta al fatto che la rivista sia comunque
venduta ad un prezzo in linea con quello di altri prodotti editoriali simili.
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