CAPITOLO IV DALL’AMBITO SOFTWARE A QUELLO NON SOFTWARE: 2. NUOVE PROSPETTIVE PER LA COMUNICAZIONE E LA DISTRIBUZIONE IN GENERALE

Da queste nuove istanze tecnologiche derivano effetti, prima ancora che sul mondo del diritto, sul mondo dell’informazione in generale, inteso come mercato dei contenuti e quindi con implicazioni sia dal punto di vista della scienza della comunicazione che da quello della distribuzione. In fatto di comunicazione, l’aspetto maggiormente rivoluzionario deriva più che altro dalla ormai stabile interconnessione telematica e consiste in un estremo assottigliamento, se non totale annullamento , delle distanze tra emittente e ricevente. Nella infinita e indefinita comunità globale della rete, grazie alla filosofia del peer-to-peer , ogni utente può essere considerato allo stesso tempo ricevente o emittente di un messaggio e quindi, per trasposizione, anche editore ed utente finale di un’opera, senza che si riesca ad isolare una vera e propria fase di pubblicazione intesa come passaggio dell’informazione dalla sfera privata alla disponibilità per il pubblico. Si pensi anche alla prassi ormai radicata del file-sharing , grazie alla quale l’hard-disk di ogni singolo utente rappresenta un potenziale archivio di dati (quindi anche informazioni e opere dell’ingegno) a disposizione di tutta la comunità della rete. Da questi fattori deriva un virtuale appiattimento sia dal punto di vista spaziale che da quello temporale, dato che un’opera, una volta inserita in questo sistema, può essere considerata come istantaneamente esistente in ogni parte del mondo pur non essendo fisicamente presente in nessun luogo. Le normali tempistiche e formalità della fase di pubblicazione vengono rese in questo modo evanescenti. Un aspetto assolutamente non sottovalutabile ed inerente ad entrambe le sfere della comunicazione e della distribuzione è invece quello dell’anonimato che gli attori di tale scenario possono facilmente mantenere. Infatti fa parte delle conoscenze di un utente che possiamo considerare mediamente esperto, l’applicazione di alcune cautele tecnico-informatiche atte ad occultare la provenienza dei file concessi in condivisione. In tal modo, ovviamente, aumenta il grado di libertà di azione anche di coloro che abusano maliziosamente delle immense opportunità offerte dalla rivoluzione telematica, complice da questo lato anche un mancato coordinamento a livello internazionale delle normative di controllo. Infatti – e si inizia così ad introdurre un punto dolente per le nuove esigenze giuridiche – in un panorama così vasto è sufficiente anche un minimo spiraglio di superficialità nella disciplina giuridica (o addirittura di ‘anarchia’) per inquinare d’incertezza tutto l’apparato giuridico globale che ruota intorno alla rete.

Da tutto questo deriva un’ultima sottile istanza innovativa, che ci fa notare la De Vivo con sintesi e chiarezza: “Con l’avvento della multimedialità […] viene a cadere la differenza stessa tra mezzo e messaggio, ossia tra Rete e Contenuto. Internet, infatti, non è soltanto Rete di computer ma è anche Informazione in sé”.



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CAPITOLO IV DALL’AMBITO SOFTWARE A QUELLO NON SOFTWARE: 1.3. L’INTERCONNESSIONE TELEMATICA

Ultimo (ma solo in ordine di apparizione storica) dei tre fenomeni con cui abbiamo voluto manifestare la cosiddetta rivoluzione digitale, è la crescente e sempre più capillare interconnessione dei singoli utenti mediante reti telematiche. Quella che noi chiamiamo indistintamente e comunemente ‘Internet’ non è altro che un immenso agglomerato di ‘sotto-reti’ con cui dagli ultimi anni ’60 (gli anni di ARPAnet ) prima i grandi centri di ricerca, poi anche i singoli hacker e programmatori hanno condiviso i loro dati informatici attraverso le linee telefoniche. Col tempo questa opportunità si è avvicinata anche ai normali utenti di personal computer, stravolgendo così nel giro di pochi anni le abitudini di vita dei paesi industrializzati, assottigliando nello stesso tempo le distanze geografiche nell’intero pianeta e avvicinando sempre di più gli standard culturali. Il tutto grazie ad una tecnologia piuttosto semplice e soprattutto economica,se pensiamo per esempio che una e-mail inviata dall’Italia al Canada costa come una inviata ad un vicino di casa, ovvero il prezzo (spesso irrilevante) della connessione al server; a differenza di una telefonata che comporta invece costi maggiori a seconda della distanza fra gli utenti. Questo ha demolito le fondamenta di tutto l’apparato giuridico-economico legato all’aspetto della distribuzione dei beni immateriali. Tutto ciò che può essere digitalizzato (quindi in senso generale, ogni tipo di informazione) non necessita più alcun meccanismo di trasporto fisico per mezzo di supporti materiali, dato che grazie alla comunicazione telematica è possibile trasferire il file corrispondente con un costo tendente a zero e soprattutto in tempo reale, con estrema precisione e senza rischi di deterioramento o smarrimento.

Abbiamo già visto le ripercussioni benefiche di questa prassi in fatto di sviluppo di software con il metodo della condivisione (vedi il caso emblematico di GNU/Linux 156 ); ora però è il momento di cercare di capire quali sconvolgimenti ciò possa apportare (oppure abbia già apportato) a tutto il mercato della comunicazione e dell’espressione e quindi anche al diritto della proprietà intellettuale.



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CAPITOLO IV DALL’AMBITO SOFTWARE A QUELLO NON SOFTWARE: 1.2. LA MULTIMEDIALITÀ

Come conseguenza diretta e spontanea delle caratteristiche della forma digitale dei dati appena riportate, si ha che i contenuti possono essere gestiti in un modo estremamente articolato e versatile. E’ possibile dunque comunicare messaggi espressivi con grande completezza ed interattività, collegando in modo funzionale le varie parti dell’opera, siano esse testi,suoni, immagini. Infatti, agli occhi del computer queste non sono altro che ‘insiemi di bit’; la loro estrinsecazione in forma nuovamente intelligibile alla sfera sensoriale umana dipende dagli strumenti tecnico-informatici di cui l’utente dispone (e ovviamente della sua particolare abilità nel servirsene). Se con il termine media si intende ogni tipo di mezzo di comunicazione (materiale o virtuale), con l’aggettivo ‘multimediale’ s’intende la  convergenza e fusione simultanea di media diversi, resa possibile appunto dalla tecnologia digitale. L’aspetto della multimedialità riconferma il già citato sradicamento dal supporto materiale che – come vedremo – rappresenta forse il risvolto più problematico per il diritto d’autore moderno.



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CAPITOLO IV DALL’AMBITO SOFTWARE A QUELLO NON SOFTWARE: 1.1. IL SISTEMA DIGITALE

Il primo concetto rivoluzionario introdotto dall’innovazione informatica è quello di ‘digitale’. Per capirlo ci dobbiamo rifare a quanto detto nelle premesse tecniche del capitolo 1 a proposito del linguaggio binario utilizzato da qualsiasi computer per gestire le informazioni. Appunto, questo linguaggio formato dalle uniche due cifre 0 e 1 è l’unico linguaggio compreso dalla macchina; ciò comporta che qualunque tipo di dato che si voglia archiviare, modificare, duplicare per via informatica necessiti un precedente processo di digitalizzazione. Con tale irrinunciabile passaggio, qualsiasi informazione legata all’umana sfera sensoriale (immagini, suoni, testi, forme) viene ‘sintetizzata’ e ridotta ad una serie più o meno complessa di 0 e di 1, chiamata ‘bit’. Per esempio se vogliamo digitalizzare una fotografia dobbiamo passarla allo scanner e ‘salvarla’ sull’hard-disk in un formato come ‘jpg’, ‘tiff’, ‘bmp’ ecc. (oppure potremmo scattare la foto direttamente con una fotocamera digitale). Tradizionalmente l’archiviazione di informazioni di tipo digitale si contrappone a quella di tipo analogico, basata cioè non su questo processo di trasposizione cifrata per mezzo dell’elaboratore, bensì sull’incisione di impulsi elettrici su supporti magnetici. Per capirci, il supporto magnetico più comune è la cassetta audio che può appunto essere incisa con un normale registratore, il quale trasforma la nostra voce ricevuta da un microfono in una serie di impulsi elettrici incisi sul nastro . La digitalizzazione invece ovvia a tutti i possibili inconvenienti del metodo analogico, infatti i suoi effetti principali sono : 

- la precisione: la conversione in bit è incomparabilmente più precisa di quanto possa essere quella ad impulsi elettro-magnetici; di conseguenza la duplicazione di informazioni da supporti digitali genera dei ‘cloni’ perfetti del file originale, i quali (salvo anomalie del sistema informatico) non sono da esso distinguibili per qualità;
- la compattezza e la facilità di ‘stoccaggio’: metaforicamente, se una foto nel classico formato cartolina occupa uno spazio bidimensionale di 10 x 15 centimetrisu supporto cartaceo, un file digitale di pari qualità occupa una frazione minuscola (quasi irrilevante) dell’hard-disk (o di altro supporto digitale); lo stesso valga per i testi digitali, per i quali un CD-ROM potrebbe equivalere ad un intero locale di una biblioteca;
- la malleabilità delle informazioni: i dati immagazzinati in forma digitale, essendo sradicati dal loro naturale supporto materiale (carta, nastro magnetico ecc.), risultano infinitamente modificabili, aggiornabili, scomponibili, assemblabili da parte di chiunque disponga della tecnologia minima necessaria per farlo.



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CAPITOLO IV DALL’AMBITO SOFTWARE A QUELLO NON SOFTWARE: 1. L’INARRESTABILE RIVOLUZIONE

La narrazione storica compiuta nel capitolo 2 si è interrotta al 1998 circa (in corrispondenza con il perfezionamento della Open Source Initiative), considerando superfluo entrare nel merito degli sviluppi di questi ultimi anni. Tuttavia è il caso di soffermarsi a riflettere sui mastodontici cambiamenti tuttora in corso, sia in ambito tecnologico che in ambito socio-culturale, che si vogliono spesso riassumere con espressioni tipo ‘rivoluzione digitale’ o ‘era delle comunicazioni’. Infatti, proprio nell’ultimo decennio l’innovazione tecnologica si è infiltrata capillarmente nel tessuto sociale dei paesi industrializzati tanto da non essere più considerata come rilevante solo per l’ambito tecnico informatico, ma anche più ampiamente per il modo di pensare e per le abitudini di vita dell’uomo. Tale rivoluzione si esplica in alcuni fenomeni fondamentali che ora sono entrati nella quotidianità ma che solo pochi anni addietro sarebbero stati impensabili.



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CAPITOLO IV DALL’AMBITO SOFTWARE A QUELLO NON SOFTWARE: INTRODUZIONE

Abbiamo visto fin qui l’evoluzione e gli aspetti tecnico-giuridici dell’informatica come nuova scienza e come nuovo aspetto della creatività. In questo capitolo invece vogliamo mostrare in che modo il nuovo paradigma rappresentato dal successo del software libero abbia avuto in un arco di tempo brevissimo molteplici riflessi su tutto il mondo della comunicazione e dell’espressione. Preliminarmente analizzeremo quel nuovo contesto di sviluppo che è la rivoluzione digitale e successivamente esamineremo quali implicazioni possono derivarne per il diritto della proprietà intellettuale.



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