CAPITOLO IV DALL’AMBITO SOFTWARE A QUELLO NON SOFTWARE: 1.3. L’INTERCONNESSIONE TELEMATICA
Ultimo (ma solo in ordine di apparizione storica) dei tre
fenomeni con cui abbiamo voluto manifestare la cosiddetta rivoluzione digitale, è la crescente e sempre più
capillare interconnessione dei singoli utenti mediante reti telematiche.
Quella che noi chiamiamo indistintamente e comunemente ‘Internet’ non è altro che un immenso
agglomerato di ‘sotto-reti’ con cui dagli ultimi anni ’60 (gli anni di ARPAnet ) prima i grandi centri di
ricerca, poi anche i singoli hacker e programmatori hanno condiviso i loro dati informatici attraverso le linee
telefoniche. Col tempo questa opportunità si è avvicinata anche ai normali utenti di personal computer,
stravolgendo così nel giro di pochi anni le abitudini di vita dei paesi industrializzati, assottigliando nello
stesso tempo le distanze geografiche nell’intero pianeta e avvicinando sempre di più gli standard culturali. Il
tutto grazie ad una tecnologia piuttosto semplice e soprattutto economica,se pensiamo per esempio che una
e-mail inviata dall’Italia al Canada costa come una inviata ad un vicino di casa, ovvero il prezzo (spesso
irrilevante) della connessione al server; a differenza di una telefonata che comporta invece costi maggiori a
seconda della distanza fra gli utenti.
Questo ha demolito le fondamenta di tutto l’apparato giuridico-economico legato all’aspetto della
distribuzione dei beni immateriali. Tutto ciò che può essere digitalizzato (quindi in senso
generale, ogni tipo di informazione) non necessita più alcun meccanismo di trasporto fisico per mezzo di
supporti materiali, dato che grazie alla comunicazione telematica è possibile trasferire il file corrispondente
con un costo tendente a zero e soprattutto in tempo reale, con estrema precisione e senza rischi di
deterioramento o smarrimento.
Abbiamo già visto le ripercussioni benefiche di questa prassi in fatto di sviluppo di software con il
metodo della condivisione (vedi il caso emblematico di GNU/Linux
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); ora però è il momento di cercare di
capire quali sconvolgimenti ciò possa apportare (oppure abbia già apportato) a tutto il mercato della
comunicazione e dell’espressione e quindi anche al diritto della proprietà intellettuale.
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