CAPITOLO VI - IMPLICAZIONI GIURIDICHE E PROSPETTIVE DEL FENOMENO COPYLEFT: 6.1. COPYLEFT E INTERESSE PUBBLICO

 Il principale aspetto che viene investito da tale inversione di tendenza è il concetto d’interesse pubblico (o come alcuni preferiscono dire, d’interesse collettivo). Partiamo da un principio cardine del diritto d’autore, relativo alla originaria ratio giuridica della tutela delle opere dell’ingegno, così come enunciato da Auteri a proposito di libere utilizzazioni:

“[…]la tutela del diritto d’autore, trova la sua giustificazione ultima nell’interesse della collettività alla promozione e alla diffusione della cultura e si estende fino al punto in cui è giustificata e insieme compatibile con l’interesse generale alla diffusione delle conoscenze, delle idee e delle opinioni, ma anche delle opere in cui quelle trovano espressione. La determinazione del contenuto del diritto e dei suoi limiti rappresenta, secondo le valutazioni di politica legislativa del momento storico, il punto di equilibrio fra l’interesse individuale dell’autore e gli interessi generali.” 

 Come abbiamo visto in questo stesso capitolo e come d’altronde ricorda Auteri, nell’ambito del diritto d’autore tradizionale il simbolico punto d’incontro fra gli interessi dell’autore e quelli della collettività è ravvisabile nell’istituto delle libere utilizzazioni: una sorta di ‘zona franca’ in cui le limitazioni derivanti dal diritto d’autore ‘si piegano’ ai legittimi interessi generali di incentivo del progresso scientifico e culturale. Sottolinea infatti anche Niccolò Abriani: “Il diritto d’autore è del resto da sempre il frutto di un intreccio dialettico e osmotico tra le prerogative accordate ai creatori delle opere e ai loro aventi causa, e i diritti di libera utilizzazione riconosciuti alla collettività, dall’altro.” Tuttavia, in un universo digitale e multimediale in cui gran parte della dottrina vede radicarsi un vero e proprio diritto ad essere informati (o diritto d’accesso alle informazioni), uno spiraglio così ristretto e – ricordiamolo – solo di tipo eccezionale risulta alquanto insufficiente a garantire l’agognato ‘equilibrio fra gli interessi’.

Il principio degli equilibri fra interessi pubblici e privati è uno degli argomenti centrali di tutto il diritto dell’informazione e trae le sue origini dal dibattito interpretativo della libertà d’espressione costituzionalmente tutelata dall’art. 21 della Costituzione Italiana e dal Primo Emendamento della Costituzione Statunitense. Tale libertà si estrinseca infatti in due riflessi paralleli e speculari che sono da un lato il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero e la propria creatività, quindi per estensione il diritto ad informare la collettività; e dall’altro lato il diritto ad essere informati e quindi anche il diritto di accesso all’informazione. Tali principi, radicati già nei principi filosofici dell’illuminismo, hanno però trovato il loro habitat congeniale nell’attuale società dell’informazione e quindi, oggi più che mai, necessitano una particolare attenzione da parte del mondo giuridico . E’ giusto sottolineare che tali principi si riferiscono squisitamente all’ambito dell’informazione; ambito che, pur intersecandosi per moltissimi aspetti con quello delle creazioni artistico-espressive, mantiene una certa peculiarità rispetto al diritto d’autore. Tuttavia queste istanze ci devono far riflettere sulle possibilità di rivisitazione del concetto d’interesse pubblico, anche in fatto di proprietà intellettuale, soprattutto ora che il diffondersi della filosofia della libera distribuzione di idee e opere comporta un nuovo inevitabile assetto degli equilibri.




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