CAPITOLO V - OPENSOURCE E COPYLEFT NELLE OPERE NON SOFTWARE: 2. UNA DIVERSA APPLICAZIONE DEL COPYLEFT

Una prospettiva così innovativa e interessante per tutto il mondo della comunicazione non poteva rimanere relegata alla distribuzione di documentazione relativa al software libero, come d’altronde gli stessi compilatori della FDL avevano intuito (cfr. supra il ‘Preambolo’). Dalla seconda metà degli anni ’90 (ovvero gli anni del successo di Linux e della GPL) nel giro di pochi anni infatti molti autori e pseudo-editori di opere multimediali pensarono di applicare il paradigma delle licenze software anche ad opere del tutto prive di carattere tecnico-funzionale e rivolte piuttosto alla pura sfera della creatività artistico-espressiva. E’ evidente però che in questo passaggio alle opere di tipo narrativo, poetico, musicale, grafico, cinematografico non poteva attuarsi una semplice trasposizione di paradigmi di tutela come poteva invece avvenire per la manualistica tecnico-informatica. Il trattamento di queste opere doveva tenere conto appunto della loro diversa vocazione di opere destinate a veicolare messaggi di tipo emozionale, a trasmettere sensazioni e ad esprimere spiccatamente la personalità dell’autore, in modo non comparabile ad un’opera funzionale o compilativa .

Non bisogna dimenticare che il diritto d’autore era stato in origine concepito proprio come rivolto a queste opere ed è proprio la dottrina industrialistica ad offrirci un taglio giuridico su quale sia il precipuo oggetto della protezione di diritto d’autore: “la protezione ha ad oggetto l’opera in quanto rappresentazione della realtà o espressione di opinioni, idee e sentimenti […]”. E’ per questo che si può vedere nell’affermarsi del copyleft l’occasione per un ritorno ad una concezione più classica del diritto d’autore. Torneremo più avanti su questo punto; per ora ci interessa sottolineare la diversità delle ripercussioni che l’Opensource può avere sui diversi campi della creatività. In primo luogo, nell’ambito delle opere artistico-espressive l’aspetto della malleabilità e della loro indiscriminata modificabilità passa decisamente in secondo piano, prevalendo piuttosto quello della libera e gratuita distribuzione. Ad esempio, per le strette implicazioni con la sensibilità individuale dell’autore di cui abbiamo parlato, molti compositori di brani musicali hanno optato per licenze che incoraggiassero la massima libertà di copia, ma che limitassero la possibilità di intervenire sull’opera senza il loro esplicito consenso.

Lo stesso può dirsi per le opere poetiche o figurative. In opere di questo tipo ci si allontana inevitabilmente dai principi di disponibilità e apertura del sorgente (che risultano poco calzanti alla realtà del fenomeno), per concentrarsi piuttosto sulla libertà di copia e sulla trasparenza dei formati; di conseguenza sarebbe forse il caso di non parlare più di ‘open source’, ma semplicemente di ‘copyleft’. Lo stesso Stallman sottolinea la differenza sostanziale fra manuali tecnico-informatici e testi di libera espressione delle idee: “in generale, non credo sia essenziale permettere alle persone di modificare articoli e libri di qualsiasi tipo. Per esempio, non credo che voi o io dobbiamo sentirci in dovere di autorizzare la modifica di articoli come questo, articoli che descrivono le nostre azioni e il nostro punto di vista.” Questa posizione trova conferma in gran parte delle disposizioni sul copyright che accompagnano l’immensa mole di articoli e saggi di stampo propagandistico e divulgativo che si trovano sui siti della FSF e del progetto GNU. Tali note “liquidano” la questione dei diritti d’autore su quel materiale con insuperabile sintesi e laconicità,senza nemmeno rimandare ai termini di una qualche licenza (per esempio GPL o FDL); il loro tenore letterale è più o meno questo:

“La copia letterale e la distribuzione di questo testo nella sua integrità sono permesse con qualsiasi mezzo,a condizione che sia mantenuta questa nota”. In questa manciata di parole si condensa appieno l’essenza del copyleft, senza però correre il rischio che qualcuno intervenga in modo arbitrario e distorto sulle idee e sullo stile espressivo dell’autore originario.



Open Source e opere non software:

Nessun commento:

Posta un commento