CAPITOLO IV DALL’AMBITO SOFTWARE A QUELLO NON SOFTWARE: 1.1. IL SISTEMA DIGITALE

Il primo concetto rivoluzionario introdotto dall’innovazione informatica è quello di ‘digitale’. Per capirlo ci dobbiamo rifare a quanto detto nelle premesse tecniche del capitolo 1 a proposito del linguaggio binario utilizzato da qualsiasi computer per gestire le informazioni. Appunto, questo linguaggio formato dalle uniche due cifre 0 e 1 è l’unico linguaggio compreso dalla macchina; ciò comporta che qualunque tipo di dato che si voglia archiviare, modificare, duplicare per via informatica necessiti un precedente processo di digitalizzazione. Con tale irrinunciabile passaggio, qualsiasi informazione legata all’umana sfera sensoriale (immagini, suoni, testi, forme) viene ‘sintetizzata’ e ridotta ad una serie più o meno complessa di 0 e di 1, chiamata ‘bit’. Per esempio se vogliamo digitalizzare una fotografia dobbiamo passarla allo scanner e ‘salvarla’ sull’hard-disk in un formato come ‘jpg’, ‘tiff’, ‘bmp’ ecc. (oppure potremmo scattare la foto direttamente con una fotocamera digitale). Tradizionalmente l’archiviazione di informazioni di tipo digitale si contrappone a quella di tipo analogico, basata cioè non su questo processo di trasposizione cifrata per mezzo dell’elaboratore, bensì sull’incisione di impulsi elettrici su supporti magnetici. Per capirci, il supporto magnetico più comune è la cassetta audio che può appunto essere incisa con un normale registratore, il quale trasforma la nostra voce ricevuta da un microfono in una serie di impulsi elettrici incisi sul nastro . La digitalizzazione invece ovvia a tutti i possibili inconvenienti del metodo analogico, infatti i suoi effetti principali sono : 

- la precisione: la conversione in bit è incomparabilmente più precisa di quanto possa essere quella ad impulsi elettro-magnetici; di conseguenza la duplicazione di informazioni da supporti digitali genera dei ‘cloni’ perfetti del file originale, i quali (salvo anomalie del sistema informatico) non sono da esso distinguibili per qualità;
- la compattezza e la facilità di ‘stoccaggio’: metaforicamente, se una foto nel classico formato cartolina occupa uno spazio bidimensionale di 10 x 15 centimetrisu supporto cartaceo, un file digitale di pari qualità occupa una frazione minuscola (quasi irrilevante) dell’hard-disk (o di altro supporto digitale); lo stesso valga per i testi digitali, per i quali un CD-ROM potrebbe equivalere ad un intero locale di una biblioteca;
- la malleabilità delle informazioni: i dati immagazzinati in forma digitale, essendo sradicati dal loro naturale supporto materiale (carta, nastro magnetico ecc.), risultano infinitamente modificabili, aggiornabili, scomponibili, assemblabili da parte di chiunque disponga della tecnologia minima necessaria per farlo.



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